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In data 06/11/2016 09:51:59 a pubblicato
TopGan
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A MELFI, IL 5 NOVEMBRE 1130, CI FU IL CONCILIO CHE DECRETÒ LA NASCITA DEL REGNO DI SICILIA
Melfi nel Medioevo fu un centro politico strategico, tanto per il potere spirituale quanto per quello temporale.
La Chiesa romana tenne qui ben 5 Concili tra il 1059 ed il 1137, nei quali si discussero questioni importantissime per la storia dell’epoca, dalla proclamazione della Prima Crociata al Concordato di Melfi. Si presero decisioni di natura religiosa ma si stipularono anche diverse alleanze, soprattutto si regolamentò il rapporto con la casata dei Normanni.
A questi concili, tutti riconosciuti dalla Chiesa, se ne aggiunge un altro, forse meno noto ma nondimeno interessante per il suo significato storico e politico.
5 Novembre del 1130 l'antipapa Anacleto II, rivale del papa Innocenzo II, decise di tenere un concilio nella città di Melfi. Sebbene non comportò decisioni chiave per gli aspetti religiosi, il concilio segnò la nascita del Regno di Sicilia : Anacleto, infatti, aveva istituito il Regno in un periodo in cui mancava una presenza politica centrale nel Meridione, determinata dalla crisi del ducato normanno.
Anacleto II elevò i possedimenti della casata degli Altavilla da ducato a regno ed incoronò a Melfi Ruggero II d’Altavilla. L’antipapa riconobbe e confermò a Ruggero anche i titoli, già concessi, di Duca di Calabria e di Puglia e di Principe di Capua. L’incoronazione ufficiale fu definitivamente celebrata, alla presenza di un delegato pontificio di Anacleto come investitore, nel Natale del 1130 a Palermo.
Il Concilio non venne mai riconosciuto proprio perché indetto da un antipapa, cioè da un ecclesiastico che si era proclamato pontefice pur non essendo riconosciuto ufficialmente come tale. Questa nomina comportò anche un doloroso scisma all’interno della Chiesa, causando fratture e prese di posizioni radicali che durarono fino al 1138, anno della morte di Anacleto II.
Curiosamente, l’antipapa venne deposto da papa Innocenzo II nel Quinto Concilio di Melfi indetto nel 1137. Il Regno di Sicilia fu dunque uno Stato sovrano esistito dal 1130 al 1816. Istituito nel 1130, con Ruggero II d’Altavilla (con la fusione della Contea di Sicilia e del Ducato di Puglia) e durato fino all’inizio del XIX secolo in stati di più o meno larga indipendenza (assicurata comunque dalla presenza dell’assai longevo Parlamento con sede a Palermo), è considerato da diversi studiosi come il prototipo del moderno Stato europeo
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In data 05/11/2016 19:21:47 a pubblicato
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Leopolda, scontri a Firenze fra polizia e manifestanti per il NO
“Manifesteremo lo stesso”. Lo avevano promesso e l’hanno fatto gli organizzatori del comitato “Firenze dice No”, scesi in piazza diretti verso piazza San Marco, da cui volevano imboccare via Cavour e raggiungere la stazione Leopolda dove si sta svolgendo la kermesse renziana.
Inevitabili gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine dopo che ieri la questura ha vietato il corteo limitando a permettere un presidio in piazza Santissima Annunziata proprio per la presenza in città del premier Matteo Renzi e di alcuni ministri come Maria Elena Boschi e Marianna Madia.
Il corteo, composto da un migliaio di persone si è mosso inizalmente in modo pacifico, ma arrivati nelle vicinanze di piazza San Marco, alcuni anarchici e antagonisti hanno cercato di forzare il cordone di polizia. A questo punto gli agenti hanno caricato i manifestanti. Ne è nata una guerriglia, con alcune persone a volto coperto che lanciavano pietre, petardi, frutta e altri oggetti e i poliziotti che hanno risposto coi lacrimogeni per disperdere la folla. Un agente è rimasto ferito a una gamba.
“Persone incappucciate che usano violenza contro la città sono inqualificabili. Dire no è legittimo, sfasciare Firenze è inaccettabile”, commenta con un post su Twitter il sindaco del capoluogo toscano Dario Nardella. Che è poi intervenuto sul palco della Leopolda: “Mi spiace fare questo intervento, purtroppo sono rimasto a palazzo Vecchio per monitorare la manifestazione promossa da anarchici. La questura sostiene che ci sono stati più tentativi di forzare i cordoni, ci sono stati più agenti feriti. Protestare è un diritto, sfasciare una città è ignobile”.
“Fanno la Leopolda – ha commentato scrive su Facebook Nicola Fratoianni dell’esecutivo nazionale di Sinistra Italiana – blindano la città di Firenze, vietano un corteo di protesta contro il governo. E per finire, poco fa vengono caricati a manganellate i manifestanti che hanno sfidato il divieto di manifestazione. Sono queste le prove generali della nuova democrazia dopo la riforma costituzionale?”.
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In data 05/11/2016 12:32:45 a pubblicato
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Terremoto, Renzi lascia i vigili del fuoco senza cibo: parte una colletta dei terremotati per sfamarli
Questa storia sembra una barzelletta ma purtroppo è una triste e vergognosa realtà. Il governo Renzi e il commissario Vasco Errani lasciano i vigili del fuoco impegnati nel terremoto senza cibo e acqua. I cittadini sono costretti a fare una colletta per poterli sfamare, i vigili del fuoco per la sinistra contano meno dei clandestini che costano 35€ al giorno.“Siamo il Vecchio Molino Casavecchia di Pieve Torina – epicentro della scossa 4.8 della notte scorsa, un paese fantasma n.d.r. – , una delle poche attività se non l’unica rimasta in piedi e attiva tra Muccia e Castelsantangelo sul Nera: dobbiamo sfamare oltre 150 vigili del fuoco a pasto e chi non ha più una casa. Non c’è più un negozio dove fare la spesa qui e i primi si trovano a Tolentino. Abbiamo bisogno di cibo: pasta, carne, verdure, sughi, bevande e caffè, bicchieri, piatti, posate di plastica . E magari di qualche mano in più! Aiutateci per favore”.
Sembra impossibile ma l’efficienza dei soccorsi dipende dalla fatica di due giovanissime ragazze che gestiscono un piccolo ristorante e che hanno finito i soldi per fare la spesa. “Siamo rimaste aperte – spiega Silvia Fronzi che è anche la cuoca – ma ora non ce la facciamo più. Non abbiamo un euro per sfamare questa gente e nessuno è venuto a chiederci come andiamo avanti. Per fortuna gli amici hanno fato partire questa gara di solidarietà e ci è arrivata un po’ di spesa,
Io mi arrangio a cucinare al meglio”. Tutto – racconta Silvia che mette a tavola due volte al giorno almeno duecento persone stipate in un ristorante che normalmente non va oltre i 40 coperti aiutata dalla sorella Serena e da mamma Stefania – è nato con una partita. “Quaranta vigili del fuco che stano facendo servizio a Pieve Torina sono venuti a vedere la televisione, noi avevamo aperto per dare un po’ di conforto a tre famiglie che sono rimaste senza casa, ma volevamo chiudere proprio perché si ripetono le scosse, perché siamo stanche e i pochi soldi che abbiamo li volevamo tenere per affrontare la nostra emergenza. I Vigili del Fuoco ci hanno detto che per loro sarebbe stato comodo venire a mangiare qui da noi perché il ristorante dove dovevano andare era a Fabriano. Io gli ho detto come Fabriano? Da qui sono almeno sessanta chilometri.
E loro mi hanno pregato: fai la convenzione così possiamo mangiare con meno fretta e ci riposiamo anche un po’”. Silvia ha accettato e ha fatto la convenzione convinta che il ministero le avrebbe saldato il conto giorno per giorno. Invece suo malgrado ha scoperto non solo che i vigili del fuoco da sfamare erano non i quaranta della prima sera, ma almeno 150, ma che i soldi li riceverà solo dopo una lunga trafila burocratica e dopo che saranno stati fatti tutti i controlli contabili.
“Così sono stata costretta a chiedere aiuto: io non ce la faccio a sostenere la spesa di quattrocento pasti al giorno non si sa per quanto tempo e anche la fatica di cucinare per tutte queste persone comincia a farsi sentire. D’altra parte non so come fare ora a dire di no a questi ragazzi che stanno dando l’anima per aiutarci, anche perchè ora i Vigili del Fuoco vengono qui anche da Visso, da Castelsantangelo. Siamo diventate la loro piccola casa, ma se non fosse stato per chi ci ha portato un po’ di spesa avremmo già chiuso e i vigili del fuoco sarebbero rimasti a digiuno”.
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In data 05/11/2016 12:25:21 a pubblicato
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Putin: l’Italia potrebbe essere la Nazione più ricca al mondo, ma non lo sarà perché gli italiani hanno sbagliato a fidarsi di questi politici che stanno dilapidando un patrimonio immenso.
Secondo Vladimir Putin l’Italia è un grande paese, con storia e tradizioni, una meta ambita da numerosi turisti, ma soprattutto un paese che potrebbe rifiorire in ogni settore, agricoltura, artigianato e tecnologia.
“Ho portato le migliori menti italiane in Russia, i migliori artigiani, i migliori medici, i migliori economisti voglio che il paese da me amministrato diventi la più grande potenza mondiale e sono convinto che gli Italiani siano le persone giuste a cui affidare questo compito. Non capisco come il popolo Italiano non si renda conto che i loro politici stanno dilapidando un patrimonio immenso, la Nazione Italia potrebbe uscire dalla crisi domani stesso, ma non con questi politici”.
Ecco cosa risponde quando gli si chiede cosa pensa di Matteo Renzi:
“Una persona che non è in grado di farsi rispettare in Europa e nel Mondo, non gode della stima di nessun’altro capo di Stato, lo ritengo un ladro, un incapace, un ignorante e uno che dice solo vuote banalità”.
Parole dure che trovano d’accordo molti cittadini italiani, i quali sono pieni di rabbia e impotenza, per un premier mai eletto e mai voluto.
Con queste parole il capo di Stato Russo, lancia una forte critica alla nostra amministrazione politica, ma quello che fa riflettere sono anche le parole rivolte verso il popolo, persone comuni che hanno il potere di fermare tutto ciò e far si che il nostro Paese torni a fasti di un tempo.
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In data 05/11/2016 11:53:13 a pubblicato
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Eccovi la legge propsta da Cesare Damiano e Luisa Gnecchi che è stata inserita nella legge di stabilità ufficiale.
Leggete il testo e fatevi voi stessi un'idea e condividete per far si che tutti sappiano quello che sono riusciti a fare "NULLA" per noi, mentre per loro i soldi si trovano sempre.
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LE TUE MANI
Grande è la gioia che provo quando posso stringere le tue mani.
Sento esprimere tutte le cose che non mi hai mai detto,
sento che ancora mi vuoi bene,
anche se non te l'ho mai chiesto.
Nelle tue mani ho messo il mio cuore
e tutto l'amore vero e sincero.
Il tempo è passato ma il mio sentimento non è mai cambiato è ancora forte e vivo.
Spero ancora di stringere le tue mani,
sentire che col pensiero mi sei vicina.
Ti prego! non negarmi la gioia di un tuo saluto
e la speranza che un giorno non lontano,
ancora io possa stringere le tue mani.