“LA FCA DI MELFI PUÒ DIVENTARE LA PRIMA FABBRICA IN EUROPA!”

I segretari regionali Carmine Vaccaro (Uil) e Marco Lomio (Uilm) hanno rilasciato una dichiarazione riguardo al futuro dello stabilimento FCA di Melfi che ad oggi è tra le aziende determinanti per l’export di un’intera regione ma ciononostante deve affrontare una serie di problemi come la saturazione della linea Punto che metterebbe a rischio centinaia di lavoratori.
Questa la loro dichiarazione:
Mentre Fca, per mutuare le parole dell’ad Sergio Marchionne, sta lavorando da qui al 2020 ad una “sfilza di nuovi modelli” ed è talmente impegnata ad anticipare il futuro da lanciare, già oggi, la prima sperimentazione di vendita on line di auto, non possiamo accontentarci del dato Svimez sull’export auto prodotte a Melfi che ha superato in un anno il 145% in più, contribuendo in maniera determinante alla crescita del Pil lucano.
Perdere altro tempo rispetto alla sollecitazione sindacale, già datata, perché <strong>Melfi diventi la fabbrica centrale europea a marchio Jeep ed attardarsi in difesa dell’esistente, magari limitandoci al compiacimento e all’esaltazione delle capacità produttive e professionalità dello stabilimento lucano, rischia di tenerci fuori dalla strategia mondiale dell’automotive rispetto a cambiamenti epocali in parte anticipati.
C’è bisogno da parte dell’istituzione regionale e dell’imprenditoria regionale di un atteggiamento che tenga il passo impresso dal management Fca per candidare la piattaforma di Renegade e Fiat 500X dello stabilimento lucano alla costruzione di nuovi modelli prima che Fca possa rivolgersi ad altri stabilimenti italiani ed esteri. E questo non solo per allontanare lo “spettro” che agita i circa mille operai addetti alla linea della Punto ma anche e soprattutto per garantire un futuro a tutti gli altri a lavoro nelle linee dei modelli attuali che stanno determinando il successo di vendite di auto di Melfi e per ampliare la platea.
La nuova “asticella” di vendite della Fca è ora di almeno 2 milioni di unità, traguardo che potrà essere raggiunto grazie all’arrivo sul mercato di diversi nuovi modelli che, da qui al 2020, rinnoveranno ed amplieranno la gamma di Jeep.
Tra le prime ipotesi che circolano, quella del nuovo Compass realizzato sulla base della piattaforma allungata della Jeep Renegade (che è la Small Wide Awd usata anche da Fiat 500x e derivata da quella di Fiat 500L e Fiat Tipo che è nata con GM per la Punto). Notizie di stampa riferiscono che il nuovo Compass dovrebbe essere prodotto in Brasile come del resto anche la Renegade, ma “potrebbe, forse, sbarcare anche a Melfi”, almeno per unità destinati all’Europa.
Non si tratta certamente di innescare “competizioni” tra stabilimenti italiani Fca (Pomigliano o magari Cassino) quanto piuttosto di una candidatura di Melfi che poggia su motivazioni oggettive e sui nuovi modelli di ingresso nel mondo Jeep, tra cui il mini-Suv capace di penetrare soprattutto nei mercati emergenti come India e anche Brasile perché la vera competizione da accettare è con gli altri marchi internazionali, anche perché lo stesso ad Sergio Marchionne ha ribadito che entro il 2018 tutti gli stabilimenti saranno saturati, a maggior ragione Melfi, manca di un pezzo, la sostituzione della Grande Punto ormai a fine corsa.