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In data 23/10/2016 07:53:09 a pubblicato
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Per Ipsos il No aumenta il distacco. Giovani contro la riforma, pensionati a favore


Otto punti percentuali di vantaggio e un orientamento demografico molto chiaro: tra chi voterà No al referendumcostituzionale del 4 dicembre i giovani sono la maggioranza. Al contrario, il fronte del Sì è ‘territorio’ dei pensionati. E’ quanto emerge da un sondaggio Ipsos pubblicato oggi dal Corriere della Sera. Per l’istituto guidato da Nando Pagnoncelli, se si votasse oggi il 54% voterebbe No, mentre il Sì si fermerebbe al 46%: otto punti percentuali di vantaggio e una forbice che – al contrario di quanto sostenuto da altre rilevazioni – continua ad aumentare. A leggere il sondaggio di Ipsos del 3 ottobre scorso, infatti, il vantaggio dei contrari alla riforma costituzionale era praticamente dimezzato. Significativo, inoltre, l’approfondimento sulle identità all’interno dei due fronti. Tra i No, ad esempio, la percentuale più alta dei contrari (il 29%) è nella fascia di età tra i 35 e i 49 anni. Ma i contrari prevalgono (25% per il “No”, contro il 19% per il “Si”) anche tra i più giovani: tra i 18 e i 34 anni. Fascia quest’ultima in cui si registra comunque una minore propensione ad andare a votare: il 49% intenderebbe astenersi. Non solo. Tra i favorevoli alla riforma voluta dal governo Renzi, il 33% è laureato, mentre nella schiera del “No” chi ha la laurea è il 28%. Tra i contrari, invece, la percentuale maggiore (il 29%) è diplomato. Il “Si”, insomma, prevale, “tra i pensionati” (27%).

Il coinvolgimento dei cittadini, tuttavia, è ancora lontano da quanto auspicato da entrambi i fronti. Il tasso di mobilitazione è al 58%: in aumento, seppur di poco, rispetto al recente passato, ma comunque su livelli già registrati a luglio scorso. Evidentemente, la massiccia campagna mediatica del premier Renzi e da coloro che sono contrari alla ‘sua’ legge stenta a decollare. Specie tra i più giovani: il 49% al momento non andrebbe alle urne. Differenze altissime anche per livello di scolarizzazione e di ceto: i ceti alti il 33% dei laureati andrà a votare, mentre è ai minimi tra chi ha un titolo di studio elementare. Per quanto riguarda le professioni, i ceti elevati sono mobilitati al 68%: percentuale in linea tra chi è in pensione, al contrario di quanto avviene per le casalinghe (47%). Interessante notare, inoltre, come il dibattito sia molto diffuso nell’area della popolazione che vota sinistra o centrosinistra, quasi che il tema sia ‘interno’ ad una fetta dell’elettorato. In tal senso, la sinistra per così dire ‘storica’ è fortemente orientata per il No, centrosinistra e centro per il Sì. Il centrodestra? Una parte consistente (non la maggioranza) è per approvare la riforma costituzionale.

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Questo post ha prodotto un commento.

  1. TopGan commentata il 23/10/2016 07:56:28:

    Ma è Una vergogna che chi ha una certa età sia piu favorevole al si e poi ci lamentiamo. Bisogna assolutamente aumentare questi risultati per il NO

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