Sono la madre di un ragazzo con disabilità, con una storia scolastica complessa e costellata di difficoltà. Mio figlio ha frequentato nel 2023-24 il secondo anno in un liceo, indirizzo Scienze Umane opzione Economico-Sociale. Purtroppo e’ stato bocciato.
Con enorme impegno ha poi sostenuto da privatista due anni in uno, proprio per poter tornare nella classe e nell’indirizzo in cui si era trovato bene e aveva costruito relazioni positive.
Eppure, nonostante questo sforzo, la dirigente scolastica si rifiuta categoricamente di reinserirlo nel suo percorso originario. Lo ha invece collocato in un’altra sezione, dell’indirizzo Scienze Umane tradizionale, dove si studia latino. Come può un ragazzo con disabilità affrontare il latino a partire dalla quarta, senza alcuna preparazione pregressa?
La dirigente giustifica la decisione sostenendo che “non c’è posto” nella classe Economico-Sociale. Ma quella classe conta solo 22 studenti e non c’è nessun altro ragazzo con disabilità: l’inserimento sarebbe quindi possibile senza superare i limiti numerici previsti.
Ho la sensazione che su mio figlio pesi un pregiudizio. Non si tiene conto delle sue esigenze educative, del suo diritto alla continuità didattica e del suo percorso di inclusione. Dopo tutto il lavoro fatto per recuperare, questa decisione rischia di farlo ricadere in una situazione di disagio e di nuovo abbandono scolastico.
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