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La stampa estera boccia il Cts: “Errori su errori, agisce senza competenza”Ci hanno raccontato, per mesi, che il nostro fosse un Paese modello, ammirato e imitato dal resto del mondo per l’esemplare gestione della pandemia. Col passare del tempo, invece, ecco venire a galla errorie e fallimenti che sembrano ripetersi seguendo uno sciagurato copione, sottolineati dalla stampa estera. Secondo la rivista inglese Nature, punto di riferimento per gli scienziati, tra i problemi che pesano sulle nostre spalle c’è il Comitato tecnico-scientifico, istituito per far fronte all’emergenza sanitaria e che, però, “agisce in campi in cui non ha competenza”. Contribuendo così a confusione e qualche grossolano sbaglio. ![]() Nature ha messo nero su bianco tutte le perplessità che il modo di operare del Cts ha suscitato nella comunità scientifica. Evidenziano come alcune incertezze, per esempio i dubbi sulla gestione degli asintomatici, siano proprio dovute ai poteri ecessivi di un comitato preso come oracolo dai gioverni Conte prima e Draghi poi. Tra gli errori imputati, la non considerazione dei centri di ricerca, che potevano essere sfruttati per aumentare la capacità di diagnostica sulla popolazione: “la prima di numerose decisioni prese da Cts che, nell’ultimo anno, hanno lasciato perplessi gli esperti italiani che considerano il test e il tracciamento come chiave” E ancora: “Il Cts a volte ha fornito indicazioni su argomenti in cui i suoi membri hanno poca o nessuna esperienza. A gennaio, ha affermato che mantenere gli studenti sull’apprendimento a distanza avrebbe causato ‘un grave impatto sul (loro) apprendimento, sul lato psicologico e personalità’. La dichiarazione ha avuto conseguenze sulle politiche nazionali, ma nessun membro del Cts ha esperienza nel campo dell’istruzione, della psicologia infantile o della neuropsichiatria”. Anche perché “meno della metà dei suoi attuali membri sono nominati a titolo personale, mentre gli altri sono responsabili di istituzioni sanitarie nominati d’ufficio al Cts. Solo due membri hanno una chiara esperienza nel campo della biotecnologia, ma in campi estranei alle malattie infettive”. Nature ha sottolineato anche come la struttura, messa di fronte alle proprie responsabilità, in questi mesi non abbia mai fornito risposte, chiudendosi piuttosto a riccio. Senza che nessuno possa metterne veramente in discussione la necessità e il modus operandi. Oggi, a pesare è l’inadeguato sequenziamento del virus, che rende più difficile gestire le varianti: “L’Italia sta attualmente sequenziando 1,3 su 1.000 campioni di virus con un tempo medio di 2 mesi per caricare i dati su archivi pubblici come Gisaid, una delle performance più basse al mondo. A confronto, il Regno Unito sta sequenziando quasi 40 volte più campioni, con un tempo mediano alla deposizione di 21 giorni”. |
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