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Morta a 33 anni Veronica, avvocatessa e in attesa del secondo figlio: era ricoverata per complicanze legate al CovidLa comunità del paese in provincia di Salerno piange la scomparsa di Veronica Stile, avvocatessa già mamma di una bambina di tre anni e al quarto mese di gravidanza del secondo figlio. Positiva al tampone, era stata ricoverata per complicanze da coronavirusQuesta è l'eccellenza della nostra SANITA' che ormai e diventata un'AZIENDA e pensa solo a fare profitto, e non a curare le persone.
L’unico che ha centrato il problema e Gino Strada che l'ha
detto chiaro e tondo, e finche anche tutti noi non ce ne rendiamo conto di
questo, in primis chi ha il potere di fare qualcosa di serio ed immediato ad
invertire la rotta, noi possiamo fare tutti i sacrifici di questo mondo ma non
ne usciremo mai. ![]() È morta a 33 anni per complicazioni legate al Covid. Veronica Stile, al quarto mese di gravidanza, aveva scoperto di essere positiva e dopo l’aggravarsi dei sintomi era stata ricoverata in ospedale a Napoli. Avvocatessa di 33 anni, già mamma di una bambina di tre anni, era in attesa di un secondo figlio dal marito Rosario Stanzione, imprenditore ed ex calciatore. A dare la notizia della morte il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, con un post sul suo profilo Facebook: «La luce di ieri è stata spenta nel cuore dei nocerini. Una ragazza, una collega, una giovane madre è scomparsa oggi». «Non saprei dire ora quanto il covid c'entri in questa tragedia – scrive il sindaco –. Ma qualunque causa non spiega e non rende accettabile che una ragazza, bellissima, sbocciata alla vita e portatrice con sé di altra vita, possa spegnersi cosi». Anche la Asd Nocerina Calcio 1910, società calcistica locale, ha voluto esprimere vicinanza a Stanzione, vedovo di Veronica. «La Nocerina, a tutti i livelli, abbraccia Rosario Stanzione, imprenditore, ex calciatore molosso, nel recente passato vicino al club, colpito in queste ore da un grave lutto, la scomparsa prematura dell'adorata moglie Veronica Stile. Il presidente Paolo Maiorino, i dirigenti e i collaboratori, l'ufficio stampa, i calciatori e lo staff partecipano al dolore delle due famiglie». Una scomparsa che ha sconvolto la comunità di Nocera Inferiore, muovendo un’ondata di affetto e vicinanza alla famiglia della giovane mamma. Per questo motivo l’amministrazione comunale, ha fatto sapere il sindaco in un altro post pubblicato su Facebook, ha indetto il lutto cittadino sabato 28 novembre, il giorno delle esequie della donna. |
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TopGan commentata il 07/01/2021 15:53:28:
Roma, positivo e lasciato per ore in attesa in ospedale torna a casa a piedi per quattro chilometri. Ora è grave. La compagna denuncia Un commerciante dell'Eur di 49 anni portato di notte in ambulanza con difficoltà respiratorie all'ospedale Sant'Eugenio e poi sistemato in un capannone di smistamento, al freddo. Dopo due ore di attesa l'annuncio da parte di un infermiere: "Probabilmente sarete presi in carico domani mattina, dovete aspettare". Rientra a casa a piedi per non rischiare di contagiare nessuno, all'indomani il ricovero d'urgenza, sempre in ambulanza al San Camillo. Esposto in Procura e ai carabinieri di Tor Carbone. L'Asl competente: "Sulla vicenda stiamo facendo verifiche" Portato di notte in ambulanza con difficoltà respiratorie, e positivo al Covid, all'ospedale Sant'Eugenio. E poi sistemato in un capannone di smistamento, al freddo. Dopo due ore di attesa l'annuncio da parte di un infermiere: "Probabilmente sarete presi in carico domani mattina, dovete aspettare", senza che gli fosse stata fatta alcuna visita. Il paziente così ha deciso di tornare a casa facendosi a piedi 4 chilometri per evitare contatti sui mezzi pubblici con altre persone. All'indomani mattina il ricovero d'urgenza, sempre col trasporto di un'ambulanza, in un altro ospedale, al San Camillo, dove gli è stata riscontrata una polmonite interstiziale bilaterale ed è tuttora in terapia intensiva. È il contenuto dell'esposto depositato in procura dall'avvocato di un commerciante romano di 49 anni, Marco A.. Sulla vicenda, raccontata dal Messaggero, ora sarà aperta un'inchiesta. L'uomo, residente all'Eur, da alcuni giorni si trovava in quarantena a casa insieme alla compagna, anche lei nelle stesse condizioni, dopo aver fatto il tampone. Dopo Capodanno ha iniziato ad aggravarsi. Prima la febbre, poi le difficoltà respiratorie, e la saturazione - misurata in casa da solo - che peggiorava. Così, la notte a cavallo tra il 2 e il 3 gennaio ha deciso di chiamare il 118. L'ambulanza è arrivata in casa e lo ha trasportato al Sant'Eugenio, dopo è stato sistemato in una sala container senza neanche una sedia su cui sedersi. Dove tra l'altro c'erano altri pazienti in attesa come lui. Dopo diverse ore, intorno alle due di notte, un infermiere è arrivato all'interno del locale comunicandogli che sarebbero stati visitati solo la mattina. Un invito ad andarsene in sostanza. A quel punto il commerciante ha preferito fare ritorno a casa. Per evitare di entrare in contatto con persone, per limitare un eventuale contagio, non ha chiamato un taxi né preso i mezzi pubblici. Con il coprifuoco incombente ha percorso 4 chilometri fino alla sua abitazione, pensando che al caldo di casa sarebbe stato meglio. Al mattino, però, le condizioni di salute sono peggiorate. A quel punto ha richiamato il 118 e, all'arrivo dei soccorsi, con la compagna, si sono sincerati che fosse portato in un altro ospedale. Arrivato al san Camillo gli è stata riscontrata una polmonite bilaterale interstiziale. Si trova in terapia intensiva.
TopGan commentata il 07/01/2021 15:53:47:
La compagna, di professione avvocato, ha subito inviato una comunicazione scritta al direttore del Sant'Eugenio. Quindi è stato fatto un esposto orale ai carabinieri della stazione di Tor Carbone. Poi si è rivolta all'avvocato Lucilla Bason che ha formalizzato l'esposto depositato in procura. "Un paziente è stato completamente abbandonato a se stesso - ha spiegato il legale - al di là della necessità delle cure immediate e del ricovero". Fin qui il racconto della compagna dell'uomo ma l'ospedale ha avviato subito un'indagine interna sulla vicenda. "Sono in corso verifiche" fanno sapere dalla Asl Rm2, da cui dipende l'ospedale Sant'Eugenio.
TopGan commentata il 07/01/2021 16:06:03:
Palermo, l'odissea del bambino con l'ascesso: "Ha la febbre, vada nel reparto Covid" Sette anni, guancia gonfia e 39 gradi di temperatura: l'ospedale Di Cristina lo indirizza a "Malattie infettive", la madre non ci sta e lo porta a Villa Sofia dove viene ricoverato. Scattano denuncia e indagine interna. "È stato un incubo", dice adesso Lucio, 7 anni (nome di fantasia), mentre la mamma racconta la loro disavventura all'antivigilia di Natale. Per il bambino l'incubo è stato quello legato al dolore provato per un ascesso a un dente. "Per me - spiega la madre, che preferisce non vedere pubblicato il suo nome - l'incubo è stata la sensazione di sentirmi abbandonata dai medici". E per questo motivo la madre di Lucio ha presentato una denuncia ai carabinieri nei confronti dell'ospedale Di Cristina per omissione di soccorso. È lì che si era rivolta per il malore del figlio. Il bambino, secondo il racconto della madre che adesso è al vaglio degli investigatori, non è stato visitato perché aveva la temperatura corporea a 39 gradi. "Al pronto soccorso appena hanno saputo che mio figlio aveva la febbre, mi è stato detto che avrebbero disposto il ricovero in Malattie infettive, come previsto dal protocollo anti-Covid. Ma il gonfiore alla guancia destra di mio figlio era evidente - racconta a Repubblica - ed era palese che il suo problema non era legato al coronavirus. Non volevo che rischiasse in un reparto come quello e ho chiesto un tampone. Non mi è stato concesso. Un medico, poi, ci ha consigliato di andare a casa, curare la febbre e dopo tre giorni andare dal dentista. Mi sono sentita stordita da quella risposta". La mamma non si è fermata a quel consiglio e in pochi minuti è arrivata col figlio, già con 40 di febbre, al pronto soccorso pediatrico di Villa Sofia. "Mi sembrava tutto così assurdo. Mio figlio soffriva, aveva bisogno di essere visitato. Oltretutto, lui ha disturbi ai denti da quando aveva un anno e lo avevo anche spiegato al Di Cristina", ricostruisce la signora. Poco dopo le 15 del 23 dicembre Lucio è stato visitato d'urgenza al pronto soccorso di Villa Sofia. I medici hanno eseguito un tampone rapido, risultato negativo, e poi anche uno molecolare. Il bambino è rimasto ricoverato fino alla sera del 24 dicembre. Nel reparto di Odontostomatologia un altro medico ha fatto drenare il dente interessato dall'ascesso, e al piccolo è stato somministrato antibiotico in vena. La febbre, dopo qualche ora, è scesa, ma i sanitari hanno deciso di tenere il paziente in osservazione. "Mi ha spiegato un medico che se avessimo perso ancora tempo - continua la mamma - il mio bambino avrebbe rischiato conseguenze peggiori, l'infezione era grave e poteva coinvolgere anche l'occhio. Abbiamo deciso di presentare una denuncia perché è vero che siamo in un momento particolare ma non si può lasciare alla porta un bambino con evidenti segni non riconducibili al Covid". Anche i vertici dell'ospedale Di Cristina si preparano a fare accertamenti su quanto successo. "Non risulta una segnalazione specifica a questa direzione aziendale sul fatto. Non appena saranno acquisite maggiori notizie, con sufficienti elementi di ricognizione, disporremmo alla direzione medica di presidio il necessario approfondimento sui fatti relativi alla supposta carenza assistenziale", dice il direttore sanitario dell'Ospedale dei bambini, Salvatore Requirez.
TopGan commentata il 09/01/2021 16:48:10:
Coronavirus, infermiere colpito da paralisi facciale dopo il vaccino L'AQUILA - Un infermiere dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila, a poche ore dalla somministrazione del vaccino anti-covid avvenuta nella giornata di ieri, ha manifestato una disfunzione del nervo che regola i muscoli facciali, meglio nota come paralisi di Bell. Le condizioni cliniche del paziente non destano preoccupazione, «trattandosi di una disfunzione non grave, che scompare da sola in breve tempo, con una completa guarigione funzionale». Lo fa sapere in una nota la Asl provinciale dell'Aquila. L'azienda si è attivata «per monitorare l'evento, che può essere considerato una concomitanza». i vertici hanno provveduto ad informare le strutture di vigilanza nazionali, tra cui il ministero della Salute. «Casi analoghi - si legge nella nota - sono stati segnalati nel documento sul vaccino del 10 dicembre 2020 della Food and Drug Administration, l'Agenzia Americana del Farmaco, che riporta 4 persone, che hanno ricevuto il vaccino, tra gli oltre 43.000 partecipanti allo studio. Nel documento viene riportato come il tasso di questi casi coincide con l'incidenza della paralisi di Bell tra la popolazione generale e che non c'è una base chiara per stabilire una relazione causale in questo momento, raccomandando di sorvegliare i casi man mano che viene inoculato il vaccino in popolazioni più ampie». Intanto, la Asl comunica che è partita «a pieno regimè ed è in corso anche oggi la vaccinazione per il Covid, inizialmente riservata agli operatori sanitari, che finora ha visto la somministrazione di 516 dosi.» Particolare attenzione si sta ponendo, come nel caso di tutte le vaccinazioni, sui possibili effetti collaterali e reazioni avverse, immediate o a breve tempo che si dovessero verificare sulle persone vaccinate, anche valutando attentamente, sulla base di dati sufficienti, l'eventuale rapporto di causa-effetto, conclude la nota
Giuseppe Cappiello commentata il 18/01/2021 10:29:16:
Genova, muore per emorragia dopo il vaccino anticovid. L’Asl: “Al momento nessun nesso” In corso le indagini autoptiche per conoscere le reali cause della morte Una donna di 89 anni residente in una Rsa genovese è morta per emorragia cerebrale dopo essere stata sottoposta a vaccinazione anticovid. Data la concomitanza degli eventi sono state avviate indagini autoptiche e «al momento non si rilevano nessi causali diretti tra emorragia e vaccino». Lo rende noto Alisa, l'Agenzia ligure per la sanità. L'anziana era stata vaccinata ieri. «Poco dopo la paziente è stata colta da una emorragia cerebrale e da rash cutaneo». La donna è stata trasportata in emergenza al Pronto Soccorso dell'ospedale Villa Scassi, dove è morta questa mattina, fa sapere Alisa.
TopGan commentata il 18/01/2021 15:09:08:
La Norvegia indaga su 29 decessi fra gli anziani malati che avevano avuto il vaccino Procedura dovuta, ma si trattava di persone in condizioni già molto gravi. Oslo chiede ai medici di soppesare meglio il rapporto fra rischi e benefici, prima dell'iniezione. Ma per il geriatra Bernabei "negare il vaccino a un paziente solo perché fragile porrebbe problemi etici". Secondo l'immunologo Cossarizza "le reazioni causate dal vaccino sono molto più blande in età avanzata" Ventinove anziani che erano già in gravi condizioni sono morti in Norvegia dopo aver ricevuto il vaccino. La coincidenza temporale non significa che siano morti a causa del vaccino. Vaccino Covid e anziani Normalmente, ogni settimana, fra gli ospiti delle residenze per anziani norvegesi si registrano 400 decessi e in Norvegia le vaccinazioni vanno avanti dal 17 dicembre. Ma la Noma, l’autorità farmaceutica di Oslo, ha chiesto ai medici di valutare con più cautela le condizioni delle persone che stanno per vaccinare, se sono in uno stato di salute precario. In Germania 10 morti avvenute in prossimità della vaccinazione sono ugualmente oggetto di esame. In Italia l’Aifa non ha registrato episodi simili: le morti di due anziani successive al vaccino sono state analizzate, ma attribuite con chiarezza ad altre malattie. Né arrivano notizie di questo tipo dalla Gran Bretagna. Per le persone molto malate è sempre prevista una valutazione del medico prima della vaccinazione, che viene rimandata se ci sono infezioni o febbre o terapie in corso con antibiotici o cortisonici. Il legame tra vaccino Covid e decessi “Non c’è un legame certo tra la vaccinazione e la morte. Potrebbe essere una coincidenza, ma non ne siamo sicuri” ha spiegato il direttore della Noma, Steinar Madsen, al British Medical Journal. Tredici degli anziani deceduti sono stati sottoposti ad autopsia e l’agenzia norvegese suggerisce che anche i lievi effetti collaterali di una vaccinazione (febbriciattola, nausea, diarrea) potrebbero aver contribuito alle morti. “Esiste la possibilità che queste reazioni normali, che non sono pericolose in individui giovani o sani, possano aggravare le condizioni già precarie degli anziani fragili” ha proseguito Madsen. “Non siamo preoccupati, perché i casi sono stati veramente rari, ma chiederemo ai medici di condurre una valutazione extra, quando si trovano di fronte a questo tipo di pazienti”. La raccomandazione prevede di soppesare anche con i familiari rischi e benefici della vaccinazione. Le questioni etiche “Per chi ha un’aspettativa di vita molto breve il beneficio potrebbe essere marginale o irrilevante” ha fatto sapere il Norwegian Institute of Public Health. Ma anche decidere di escludere dal vaccino persone molto malate porrebbe problemi etici non indifferenti. “Se avessi un paziente anziano, magari con una demenza o altre patologie, non mi sentirei di negargli il vaccino. Se lo facessi, mi troverei di fronte a questioni etiche enormi e alla possibilità di una fonte di contagio non gestita” ragiona Roberto Bernabei, geriatra del Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico. Per Andrea Cossarizza, immunologo dell’università di Modena e Reggio Emilia, “negli anziani la risposta immunitaria dell'organismo a uno stimolo, compresi i vaccini, è in genere meno efficace che nei giovani, e quindi l’ultima cosa che mi aspetterei è una reazione eccessiva che ne causi la morte”. La fase di sperimentazione sugli anziani La Norvegia ha iniziato a usare da diverse settimane il vaccino di Pfizer-BioNTech. "Le sperimentazioni sull'uomo sono state molto ampie, ma non hanno coinvolto persone con malattie acute o stati di salute instabili. Anche gli anziani sopra agli 85 anni sono stati molto pochi" spiega in una nota la Noma. "In Norvegia stiamo conducendo la campagna vaccinale fra anziani e ospiti delle Rsa con condizioni di salute molto gravi, è dunque atteso che si verifichino dei decessi in coincidenza temporale con la vaccinazione".
TopGan commentata il 18/01/2021 15:09:33:
L'Italia ribadisce l'importanza di proteggere gli anziani L'Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ribadisce che la priorità in questo momento è proteggere operatori sanitari e anziani. "C'è sempre una valutazione del medico prima dell'iniezione. Se ci sono infezioni, febbre, terapie in corso con cortisonici o altre controindicazioni, la vaccinazione viene rimandata" spiega Vittorio Demicheli, che presiede il Comitato scientifico per la sorveglianza sui vaccini Covid, un organismo indipendente istituito dall'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco. Nessun allarme o cambio di rotta dunque per quanto riguarda l'Italia. "Abbiamo una grande esperienza con l'antinfluenzale negli anziani e non abbiamo mai riscontrato effetti collaterali che possano aver accelerato un decesso" spiega Demicheli. "Non ci sono indizi che ci facciano dubitare della scelta fatta. Stiamo proteggendo i più fragili con il prodotto migliore che abbiamo - aggiunge - In Italia fra le molte decine di migliaia di vaccini già fatti nelle Rsa non è stato segnalato nulla di grave".