Nata nel 1979 in un piccolo ospedale ai confini tra Padova e Venezia, Erika è più di mille sfumature. Un’infanzia felice vissuta tra le vette la spinge a cercare sempre più in alto, dove non si sente definita da cose, persone, condizioni familiari, status sociali: le piace cambiare ogni giorno, sentirsi diversa e guardare oltre, a volte nascosta nei silenzi della natura, altre volte travolta dalla musica, dalle parole e dal colore. Ha un rapporto magico con il mondo dei sogni: sia quelli notturni e che quelli ad occhi aperti le rimangono impressi nella memoria e influenzano le sue creazioni. Appassionata di danza, dopo tanti anni di studio si dedica all’insegnamento e nelle coreografie – come nelle cose che scrive – ci mette l’onirico, l’irreale e quel pizzico di fanciullesco che le è rimasto appiccicato addosso. Per questo non smette di stupirsi e vuole continuare ad appassionarsi e a scoprire. Il giornalismo è il suo obiettivo perché nella scrittura riscopre se stessa ed entra in contatto con quell’io nascosto dalla quotidianità. Oggi, nel suo presente, ci sono tanti progetti e castelli in aria, due figli che ogni giorno la costringono a crescere un po’ (ma nello stesso tempo a tornare bambina) e tante storie ancora da scrivere.
Ama i vecchi film di Natale, raggiungere un rifugio di montagna dopo la fatica della camminata, ballare da sola e guardare le fotografie di oggi e di ieri.
Odia il razzismo, chi non sorride e i ragni.
La sua keyword è stupirsi.
Il suo sogno è riuscire a fare tutto e accontentare ogni parte di sé, anche quelle nascoste. E viaggiare, viaggiare e – ancora – viaggiare.