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In data 27/11/2017 22:31:01 a pubblicato
TopGan
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A Torino anche Mobike e Obike
I mezzi, dopo l'utilizzo, possono essere lasciati ovunqueA Torino il bike sharing "a flusso libero" spopola. Dopo il free floating lanciato da Gobee Bike, a Torino sono arrivate da qualche giorno Mobike e Obike. Anche la Cina e Singapore dunque sbarcano sotto la Mole, con le biciclette il cui concetto di utilizzo è lo stesso delle più note, e ormai piuttosto diffuse, due ruote verdi che possono essere lasciate ovunque dagli utilizzatori, non necessariamente nei loro stalli di appartenenza.
Come funzionano
Le biciclette, arancioni le Mobike e giallo ocra le Obike, si potranno utilizzare tramite registrazione a un'apposita app per cellulare o tablet scaricabile da Google Play o Apple Store. Per usare Mobike per la prima volta, bisognerà pagare un deposito forfettario rimborsabile di €1 oltre al piano selezionato, a meno che non si scelga di acquistare un Mobike Pass da 180 o 360 giorni: in questo caso l'utente potrà usufruire del servizio anche senza pagare il deposito cauzionale. Una singola corsa costa 0,50 centesimi per ogni 30 minuti. La tariffazione inizia nel momento in cui la bicicletta viene sbloccata e se l' utilizzo sarà inferiore ai 30 minuti sarà applicata la tariffa minima.
Premi e penalizzazioni
Obike invece, che al momento, su Torino ha circa 500 biciclette che potrebbero arrivare addirittura a 5000 entro la fine dell'anno, ha introdotto un sistema di premi e penalizzazioni al fine di incoraggiare il corretto posizionamento delle biciclette. Alla registrazione l’utente infatti, riceverà 100 punti che andranno ad aumentare in caso di corretto uso del mezzo e a diminuire ad ogni uso improprio. Allo scendere del punteggio corrisponderà un innalzamento del costo del servizio. Attualmente il costo del servizio è di 30 centesimi ogni 30 minuti e sarà a titolo gratuito per i primi due mesi a fronte del versamento di una cauzione di 5 euro, rimborsabile tramite carta di credito.
In entrambi i casi, le biciclette possono essere individuate tramite app e tecnologia Gps per la geo-localizzazione, sbloccando un codice univoco presente su ogni mezzo. Gli utilizzatori dei mezzi non devono però mai parcheggiare presso parcheggi privati, all'interno di un complesso, o in un parcheggio sotterraneo dove sarebbe impossibile per il Gps individuarli.
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In data 24/11/2017 10:53:40 a pubblicato
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Pensione ridotta dal 2019? Colpa degli adeguamenti alla speranza di vita
Assegni di pensione ridotti dal 2019 per colpa della speranza di vita? L’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione dei montanti contributivi impatterà negativamente sui lavoratori.
Si farà sentire il risultato dell’applicazione degli adeguamenti alla speranza di vita di cinque mesi registrati dall’Istat lo scorso mese di ottobre e che saranno recepiti in un decreto interministeriale Lavoro-Economia entro la fine del 2017.
I nuovi coefficienti faranno registrare una riduzione che a seconda dell’età di accesso alla pensione, oscillerà tra l’1 ed il 2,50%.
La revisione dei coefficienti, legati all’età alla quale si va in pensione (sono più bassi se si esce dal lavoro prima e più alti se si esce dopo), è stata prevista a fronte dell’allungamento della vita media dalla Riforma Sacconi del 2010 e dalla Legge Fornero del 2011. Ipotizzando che si riceve l’assegno per più tempo, a parità di età di uscita dal lavoro, l’importo, legato ai contributi versati nella propria vita lavorativa, sarà più basso. La revisione è già scattata nel 2010, nel 2013 e nel 2016 e dal 2019 scatterà ogni due anni in quanto non è stata oggetto di revisione nel confronto che si è appena concluso tra Governo e sindacati.
La novità impatta sulla quota contributiva della pensione (la cd. quota C) e quindi colpisce in modo particolare i giovani, che hanno una maggiore fetta dell’assegno determinata proprio con il sistema contributivo: si ricorda infatti i lavoratori che avevano almeno 18 anni di contributi entro il 1995, la quota contributiva decorre solo sulle anzianità contributive accreditate dal 1° gennaio 2012 per effetto della riforma Monti-Fornero; mentre per tutti gli altri la quota contributiva decorre dal 1996 in poi. Per i primi dunque l’effetto sarà meno sensibile perchè la parte dell’assegno sino al 2011 resta agganciata al sistema retributivo ma per i secondi gli effetti saranno piu’ intensi.
Per sterilizzare questi effetti negativi occorrerà lavorare di più. Ed infatti non a caso l’aggiornamento dei coefficienti arriva in contemporanea con lo scatto della speranza di vita che, dal 2019 costringerà i lavoratori a rimanere sul posto di lavoro per altri 5 mesi rispetto ai valori attuali. Una circostanza che compenserà la riduzione dei coefficienti in questione.
La tavola sottostante mostra la riduzione dei coefficienti di trasformazione nel tempo: dal 1996 ad oggi (in attesa della comunicazione ufficiale dei nuovi valori dal 2019). Come si nota dal 1996 al 2016 la riduzione media è risultata pari a circa il 10%: ciò significa che un assicurato che nel 2000 andava in pensione a 57 anni con una quota contributiva dell’assegno pari a 1.000 euro, il medesimo lavoratore che andasse in pensione nel 2017 conseguirebbe un assegno inferiore a 900 euro; per riagganciare il valore di mille euro il lavoratore dovrebbe pensionarsi non più a 57 anni ma a 61 anni, ben quattro anni più tardi, perchè la speranza di vita in questi anni è aumentata.
I nuovi coefficienti saranno applicati a tutte le prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps che avranno decorrenza dal 1° gennaio 2019 a prescindere dalla data di risoluzione del rapporto di lavoro. I lavoratori che hanno già maturato un diritto a pensione hanno pertanto la convenienza ad uscire entro la fine del 2018 affinché il trattamento pensionistico venga messo in pagamento con i coefficienti più generosi.
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In data 17/11/2017 09:19:27 a pubblicato
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Pensioni: Il fallimento dell’Italia come intervenire per evitarlo.
In questi giorni si parla molto delle pensioni e dell’ aspettativa di vita visto le imminenti elezioni.Ma non si rendono conti che continuare a tenere a lavoro i lavoratori di una certa età porterà al fallimento totale dell’Italia.
E vi spiego il perché.
Già adesso con questo sistema abbiamo creato un buco di due o più generazioni e si trovano fuori dal mondo del lavoro e pertanto costretti a non produrre ricchezza ma ad aver sempre più bisogno di ammortizzatori sociali per poter vivere, continuando cosi si aumenterà questi anni di buco e quindi il fallimento sta proprio qui non saremmo più in grado di sostenere queste generazioni.
Se si continua ad aumentare la data per poter andare in pensione questo comporterà il ristagno.
- In primis perché le aziende Italiane che danno lavoro diminuiscono sempre più sia per la crisi, sia per le tasse e i soprusi dei governi ed istituzioni che gli impongono costringendoli a chiudere o ad trasferirsi a l’estero.
- In secondo perché le aziende che danno lavoro perdono competitività perché costrette a tenere persone a lavoro di una certa età che si che sono più qualificate ma comunque anno una resa ridotta della metà rispetto ad un giovane, pertanto chiudono.
- In terzo c’è il rinnovamento tecnologico che in molte aziende si attua da tempo per abbattere i costi dei dipendenti.
Tutto questo ed altro ancora porta ad una diminuzione di posti di lavoro inevitabile e sempre più ed una aumento della disoccupazione.
Mentre la politica non gli basta già questa drammatica situazione di persone che non producono ma comunque bisogna mantenere ma fa in modo di importare ancora altre persone che non producono perché disoccupate che bisogna comunque mantenere.
Tutto sulle spalle degli stessi che anno costruito l’Italia, ma purtroppo questi non sono immortali “e la natura” finiranno di morire e nessuno più potrà produrre la ricchezza necessaria a sostenere questo enorme bacino di persone che non hanno prodotto nulla. e pure è cosi semplice da capire questo meccanismo che bisogna debellare.
Come si combatte?
Far si che tutte le imprese e tutti coloro che danno lavoro abbiano vita facile in questo paese in modo che non siano costretti ad emigrare ma il contrario attirare altre aziende a venire in Italia.
- Non costringendo le azienda a tenere personale che produce la meta della produzione.
- Non vessare le aziende di tasse e di soprusi per le mazzette da parte delle istituzioni.
- Non mettere mille paletti alle aziende se vogliono investire ed aumentare la loro ditta.
- Far si che ci sia un ricambio generazionale continuamente.
Non importare altre persone che non possono produrre per mancanza di posti di lavoro e che non hanno voglia visto che poi comunque bisogna mantenere.
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In data 21/11/2017 09:28:19 a pubblicato
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SVOLTA CLAMOROSA A TORINO: LA APPENDINO TAGLIA LE TASSE AI GIOVANI CHE VOGLIONO FARE GLI ARTIGIANI
Cinque anni di defiscalizzazione delle imposte locali per un giovane di talento che sceglie di subentrare nella conduzione di un'azienda
Cinque anni di defiscalizzazione delle imposte locali per un giovane di talento che sceglie di subentrare nella conduzione di un’azienda. Programmi di finanziamento agevolati, “pacchetti per lo shopping” e percorsi dei sensi dell’artigianato torinese, proponendoli in un App per smartphone.
Sono queste le novità introdotte dal patto siglato tra l’amministrazione di Torino e la CNA. Cinque sono le direzioni entro le quali Palazzo Civico intende agire. In primis verranno mappate tutte le eccellenze del territorio, in secondo luogo verranno semplificati i rapporti tra gli artigiani e la Pubblica Amministrazione e poi assicurando sostegno alle piccole e micro imprese impegnate della micro-fornitura, incorporandole anche in Open for business.
Nella città metropolitana sono circa 65 mila le imprese artigianali: il 98% delle aziende presenti a Torino ha meno di venti dipendenti.
“Lo abbiamo constatato nell’ultima edizione del Turin Islamic Forum”, ha commentato Chiara Appendino, “come l’eccellenza artigiana sia l’effettivo portacolori del made in Italy nel mondo”.
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In data 16/11/2017 21:56:11 a pubblicato
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Ficoncella, i poteri curativi di un’acqua termale (quasi) unica al mondo
Antinfiammatorie, disintossicanti e chelanti: le cure idropiniche in acqua calda trovano un’applicazione d’eccellenza nei Bagni della Ficoncella di Civitavecchia (Roma), nei pressi del sito (ora archeologico) delle antiche Terme Taurine (Terme di Traiano), già rinomate per le benefiche proprietà terapeutiche sin dai tempi degli etruschi. Oggi i Bagni della Ficoncella sono una struttura pubblica, la gestione (dopo un lascito privato) è comunale, affidata ad una cooperativa: l’ingresso per i non residenti a Civitavecchia è di solo 1,50 € (cinquanta centesimi in più rispetto ai locali), per un tempo consentito di permanenza nei bagni di 2 ore. Ci arrivano, come in una sorta di pellegrinaggio della salute, persone da tutta Italia, anche dall’estero, persino col camper e in cerca di un affitto di una casa limitrofe per brevi soggiorni terapeutici, giusto il tempo per sostare il più possibile nella speranza di beneficiare delle straordinarie proprietà dell’acqua del Fico (il nome Ficoncella viene proprio da quest’albero: si tratta del genius loci?).La Ficoncella è composta da cinque vasche di piccole e medie dimensioni, riempite quotidianamente di acqua sulfurea (non emette intollerabili odori di zolfo) che si spingono fino alla temperatura di 60° (in vasca se ne avvertono all’incirca 40°) con proprietà oligominerali pressoché uniche al mondo (se ne trovano simili soltanto in Giappone, nella regione di Okinawa): “il calore raggiunto dall’acqua permette una reazione del solfato di calcio che libera l’acido solforico e gli altri sali, garantendo un’azione benefica, idratante ma al contempo stimolante. Le acque sono infatti definite solfato calciche leggermente alcaline”.E ancora: “L’acqua viene così riscaldata dal sottosuolo e, ricca di sali minerali, emerge in superficie generando varie sorgenti idrotermali che depositano il carbonato disciolto in nuovi strati geologici di tipo gessoso e travertinoso. Queste acque hanno delle peculiarità curative già conosciute sia nell’antichità che nel secolo scorso (VEDI IMMAGINE PUBBLICITARIA DELL’EPOCA) e sfruttate fino ai giorni nostri.” Infatti nell’800 tra i medicinali delle farmacie romane approvati dal Protomedico Generale Ecclesiastico, tra le acque termali in vendita (in fiasche di vetro) c’era proprio l’acqua della Ficoncella.Ne usufruirono etruschi, antichi romani e persino l’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi, finito alla Ficoncella dopo il ferimento nella battaglia dell’Aspromonte del 1862. Tutt’oggi, a Civitavecchia, campeggia la targa che ricorda come “il Generale Giuseppe Garibaldi sofferente per dolorosissima artrite e qui racquistò salute per efficacia delle acqua termali delle antiche Terme di Traiano”.Quest’illustrazione d’epoca descrive la composizione chimica dell’acqua dei Bagni della Ficoncella, ricompresa nella classificazione delle acquee di ‘solfato-bicarbonato-alcalino-terrose’, ideali per curare problemi di artrite, reumatismi, infiammazioni neuromuscolari e dolori osteoarticolari. Con una percentuale di radioattività, queste acque sono utili sia nelle malattie croniche (dermatologiche) che acute (flogistiche cutanee e mucose, è ideale anche per problemi di psoriasi). Non da meno, sono profondamente rilassanti!
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LE TUE MANI
Grande è la gioia che provo quando posso stringere le tue mani.
Sento esprimere tutte le cose che non mi hai mai detto,
sento che ancora mi vuoi bene,
anche se non te l'ho mai chiesto.
Nelle tue mani ho messo il mio cuore
e tutto l'amore vero e sincero.
Il tempo è passato ma il mio sentimento non è mai cambiato è ancora forte e vivo.
Spero ancora di stringere le tue mani,
sentire che col pensiero mi sei vicina.
Ti prego! non negarmi la gioia di un tuo saluto
e la speranza che un giorno non lontano,
ancora io possa stringere le tue mani.